COMINCIATO A BANGUI ‘DIALOGO POLITICO INCLUSIVO’
Oppositori e capi dei movimenti ribelli hanno chiesto perdono aprendo a Bangui il ‘Dialogo politico inclusivo’, che dovrebbe portare alla definizione finale degli accordi di pace firmati il 21 giugno con il governo. “Questo non è un tribunale, meno ancora un regolamento di conti” ha detto l’ex-presidente Ange-Félix Patassé, al governo tra il 1993 e il 2003 prima di essere rovesciato dall’attuale capo di stato, François Bozizé, tornato in patria nel fine-settimana dopo cinque anni di esilio in Togo. Patassé è intervenuto di fronte all’assemblea nazionale, in presenza di Bozizé e del suo omologo gabonese Omar Bongo, mediatore per la pace nella Repubblica Centrafricana, e a decine di persone radunate nell’emiciclo e vigilati da un ingente dispositivo di sicurezza. Il ‘Dialogo’, che si concluderà il 20 dicembre, “è un momento raro che ci dà una possibilità da cogliere. Non si tratta di una questione ristretta al governo e ai gruppi politico-militari” ha aggiunto Patassé. Tre i temi principali in agenda: la legge di amnistia generale, la smobilitazione dei gruppi ribelli e il loro reinserimento, la rappresentazione dei vari protagonisti in seno al Comitato di coordinamento del dialogo politico. Ha preso poi la parola Jean-Jacques Demafouth, capo dell’Esercito popolare per il ripristino della democrazia (Aprd), che ha chiesto “perdono a tutti coloro a cui abbiamo fatto un torto”, esprimendo “l’auspicio che ci possiamo ascoltare gli uni gli altri per formare un’alleanza di pace”. Anche Abacar Sabone, capo del ‘Movimento dei liberatori centrafricani per la giustizia’ (Mlcj), si è detto pronto a una risoluzione pacifica delle controversie annunciando che il suo gruppo ha deposto le armi: “Se oggi siamo qui riuniti in questa sala è perché il nostro paese ha dei problemi e li abbiamo creati noi e saremo noi a risolverli. Noi come Mlcj ci impegniamo a rinunciare definitivamente alla lotta armata”. [Fonte MISNA]