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PIEDI E MANI

Posted by missionesafa su aprile 29, 2007

PIEDI E MANI

(di don Mauro Milani, articolo pubblicato sulla rivista: “Notizie dei Canonici Regolari Lateranensi, Provincia Italiana”, n°58, anno 35, aprile 2007)

Piedi e mani… si può conoscere una persona, e anche un popolo, dai suoi piedi e dalle sue mani.
Se “gli italiani sono un popolo di navigatori” (e quant’altro), gli africani, o meglio “i centrafricani sono un popolo di camminatori”!

piedi e mani

Quando ci si mette in viaggio per andare negli altri villaggi o nella capitale, colpisce vedere questo “fiume” di gente, bambini e ragazzi, uomini e donne, camminare lungo i bordi delle strade.
Ogni giorno i loro piedi “mangiano” chilometri e chilometri di strada (insieme a nuvole di polvere che i veicoli sollevano quando passano!) per andare chi a scuola, chi al campo, chi a comprare o vendere qualche prodotto al mercato, chi a una riunione o ad una festa. Qui è del tutto “normale” che un catechista si faccia ben 23 chilometri a piedi, partendo alle 3 del mattino per essere puntuale alle 8,30 alla riunione.
Che piova o che ci sia il sole, di giorno o di notte, si cammina!
Qui si fa tutto con “le mani”.
Elettrodomestici e “attrezzi” vari sono quasi del tutto inesistenti; si mangia con le mani.
Quando stringi la mano a chi ti saluta, le sue mani le senti ruvide, unte, rovinate…
Nei paesi “industrializzati” è sufficiente premere un bottone o un interruttore e tutto si mette in funzione; ci sono trattori che eseguono i lavori agricoli con il sistema satellitare “GPS”. Qui incontri la gente andare al proprio campo “armata” di un machete, tirando faticosamente a mano un carretto: la “forza lavoro” sono ancora le mani!
Anche i vangeli ci fanno conoscere un Gesù sempre in movimento: ogni giorno i suoi piedi percorrono le strade delle città e delle campagne e, incontrando la gente, le sue mani accolgono, accarezzano, guariscono, sostengono, benedicono…come quando “riscalda” il cuore dei due discepoli la sera del primo giorno di Pasqua mentre con loro cammina verso il villaggio di Emmaus e a tavola poi si fa riconoscere quando le sue mani spezzano il pane.
Guardando il volto di questa gente, ci si domanda se i loro “piedi” e le loro “mani” si muovono nella stessa direzione del “cuore”.
Questo però vale per ognuno di noi, per ogni uomo che ogni giorno sogna un mondo senza distanze e divisioni.
Il Vangelo ci spinge a far si che i nostri “piedi” ci conducano a camminare “fianco a fianco” del fratello e ad aprire le nostre mani per condividere insieme con gioia.

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